Rivista di Storia del Diritto Italiano, vol. 78, 2005

Por Gian Savino Pene Vidari.

  La riedizione del poderoso e importante volume del noto giurista e storico del diritto spagnolo (1852-1930) sulla legislazione visigotica, apparso nel 1905, è altamente benemerita ed è presentata con scrupolosa cura da Carlos Petit sulla base anche di uno specifico confronto col manoscritto dell’Autore. Ad un secolo di distanza della prima edizione, la riproposizione dell’opera di Rafael de Ureña da parte di un giovane studioso, che ha dedicato qualche anno fa specifici studi e pubblicazioni alla ricostruzione della legislazione visogotica, porta il lettore a percepire l’importanza del libro nel quadro della storiografia giuridica europea del Novecento nonché per lo sviluppo di quella spagnola nel corso del secolo.

  L’ampia presentazione di Carlos Petit (di oltre 170 pagine) tanto dell’Autore quanto di questo suo specifico libro consente di cogliere l’importanza sia della personalitá di Rafael de Ureña come giurista sia delle sue concezioni scientifiche sul diritto visigotico in Spagna e sull’importanza per la locale tradizione giuridica. Si tratta di una ricostruzione attenta, approfondita e viva di un momento rilevante della scienza giuridica spagnola, nella sua apertura verso quella europea -e tedesca in particolare- ma pure verso la riscoperta della tradizione giuridica iberica e del suo legame col diritto vigente. Attraverso le tappe della formazione e dell’evoluzione culturale e scientifica di Rafael de Ureña, Carlos Petit offre un affresco acopio e ragionato dell’ambiente giuridico e storico-giuridico della prima metà del Novecento, in connessione con laLegislación gótico-hispana e gli altri studi di storia giuridica del cattedratico madrileño, ma in connessione pure con il suo impegno diretto nella vita giuridica, quale fondatore del Museo Laboratorio Jurídico (1909) e direttore della Revista de Ciencias Jurídicas y Sociales (1918-1930), tanto da giungere a rappresentare la Spagna nel Tribunale internazionale dell’Aia. Storia giuridica e diritto positivo si uniscono quindi nella poliedrica attività di questo valente studioso orto-novecentesco, come avveniva anche in Italia nello stesso periodo per personalità della scienza storico-giuridica.

  Il volume edito nel 1905 ha rappresentato un punto fermo di rilievo per gli studi di storia giuridica, nel campo sia del diritto visigoto sia della tradizione spagnola. Esso è stato a suo tempo presentato dall’Autore come un manuale a fini pedagogici, ma è stato senza dubbio molto di più: permette di “fotografare” lo stato delle fonti e delle acquisizioni scientifiche dell’epoca e consente quindi all’attuale lettore di acquisire un inquadramento delle diverse fonti visigotiche e spagnole e della loro varia stratificazione, secondo le concezioni della doctrina storico-giuridica di un secolo fa. Queste, nel complesso, sono state seguite piuttosto a lungo in via tralatizia in Italia, sino a quando le nuove prospettive iberiche maturate verso la metà del Novecento hanno portato anche da noi una revisione critica di alcune delle conoscenze tradizionali in tema di fonti e di diritto visigotico.

  Gli attuali interessi italiani di storia del diritto non seguono molto l’alto medioevo sul piano scientifico: proprio per ciò un volume come questo è particolarmente utile ed importante anche da noi, perché permette di conoscere ricostruzioni e prospettive passate, che non possono essere ignorate a livello universitario, e per le quali la lucida e penetrante introduzione di Carlos Petit offre la possibilitá di un avvicinamento anche a chi non è uno specifico cultore del ramo, ma comunque uno studioso interessato al diversi aspetti della storia giuridica e delle sue fonti.

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